Questa credo sia la foto più terribile che io abbia scattato… e ne ho scattate tante. Sicuramente una delle più incomprensibili senza una spiegazione. Arriviamo alle 2 di notte al confine tra Turchia e Syria. E’ la fine del 2016. La strada sale su un tall, una collina in arabo. Ci fermiamo e spegniamo le luci del furgone. Scendiamo e nel buio più totale il nostro fixer si accende una sigaretta ed indica nelle tenebre: “Vedi quei puntini? sono tre fattorie; lì è ancora Turchia. Poi se vai avanti a meno di un chilometro c’è il campo minato ed il confine con la Syria.Guarda… davanti a te ci sono due campi profughi subito al di là del confine e poi A’zaz, Qatmah, Afrin, Tall Rifat, Nubl e laggiù, a meno di quaranta chilometri. c’è Aleppo. Lungo questa linea ci sono almeno due milioni di persone ma niente… non c’è una luce. Stasera l’artiglieria non spara e non si vede niente. Sembra che non ci sia nessuno ed invece sono tutti là nel nulla. Guarda cos’è la Syria. Un immenso nulla”.
Questa credo sia la foto più terribile che io abbia scattato… e ne ho scattate tante. Sicuramente una delle più incomprensibili senza una spiegazione. Arriviamo alle 2 di notte al confine tra Turchia e Syria. E’ la fine del 2016. La strada sale su un tall, una collina in arabo. Ci fermiamo e spegniamo le luci del furgone. Scendiamo e nel buio più totale il nostro fixer si accende una sigaretta ed indica nelle tenebre: “Vedi quei puntini? sono tre fattorie; lì è ancora Turchia. Poi se vai avanti a meno di un chilometro c’è il campo minato ed il confine con la Syria.Guarda… davanti a te ci sono due campi profughi subito al di là del confine e poi A’zaz, Qatmah, Afrin, Tall Rifat, Nubl e laggiù, a meno di quaranta chilometri. c’è Aleppo. Lungo questa linea ci sono almeno due milioni di persone ma niente… non c’è una luce. Stasera l’artiglieria non spara e non si vede niente. Sembra che non ci sia nessuno ed invece sono tutti là nel nulla. Guarda cos’è la Syria. Un immenso nulla”.